Con Daniele, oggi, c’è un rapporto che va oltre la semplice stima professionale, ma ricordo quando, a Dicembre, mi giunse la telefonata per affidarmi il videoclip per il suo ritorno da solista dopo cinque anni. Quasi non ci credevo. Poco tempo per realizzare il video di uno dei miei artisti preferiti. Uno con cui ho davvero tante “cose in comune” .
Per il video di “Quali Alibi” c’era l’idea, così come succedeva nella canzone, di giocare con le parole. I lirycs video sono una mia specialità, per questo e per il fatto che Daniele si è dimostrato davvero un buon attore, ero abbastanza tranquillo sul fatto che sarebbe venuto fuori un bel lavoro. Un mese dopo esce l’album “Acrobati”.
I ritornelli orecchiabili servono, quando si ascolta una canzone le prime volte, ad appoggiarsi per non perdersi. In questo album, invece, Daniele ci costringe ad essere acrobati. Poche concessioni all’easy listening ma onestà (anche nei suoni degli strumenti) e passione in abbondanza. Una maturità nuova e l’esperienza che gli permette di sapere fin dove può spingerci senza farci cadere. E come funamboli, dopo i primi timorosi passi, cominciamo a godere delle altezze e della vertigine di sensazioni. La canzone che dà il titolo all’album è l’esempio più chiaro di questi concetti.
Un brano lungo, con una struttura che non emerge immediatamente e un testo che esprime un pensiero complesso. Con questi presupposti come è possibile che questa canzone sia anche così leggera e naturale? Questo mi chiedevo mentre cercavo un’ idea per il video di “Acrobati”. Poi, provando a spiegare in una parola ai miei collaboratori quale sarebbe stato il mood del filmato, ho capito e ho detto: “Sospesi”. Questa era la sensazione che avevo ascoltando il brano e che lo rendeva lieve e seducente e questa sarebbe stata la sensazione sulla quale lavorare per il video. Tecnicamente lo abbiamo realizzato grazie ad una fotografia suggestiva dagli sfondi appena percepiti e la cinepresa ondeggiante mai ferma. La luce avrebbe creato un’ atmosfera soffusa e dilatata, nella quale si sarebbero mosse le silhouette degli acrobati. Il montaggio, contrariamente al mio solito ritmo frenetico, sarebbe stato delicato e rilassato. Sulla storia da raccontare Daniele ed io ci siamo subito trovati d’accordo.
Gli acrobati siamo tutti noi quando dobbiamo mantenere l’equilibrio nel prendere una decisione difficile oppure quando dobbiamo andare avanti superando le difficoltà della vita o ancora quando, come giocolieri , gestiamo i mille impegni di ogni giorno.
Nel video ci sarebbero stati dei richiami alla copertina dell’album (l’oblò dell’aereo e la scena finale) e della scenografia del concerto del “acrobati in tour” ( il circo) rappresentando una sorta di trait d’union fra il disco e il live.
POCHE CONCESSIONI ALL’EASY LISTENING E PASSIONE IN ABBONDANZA
Ci sarebbero stati gli acrobati e i musicisti ( Daniele, Marco e Fabio) che ringrazio per essersi prestati in uno dei pochi giorni liberi da concerti. Ringrazio anche tutti i professionisti, leccesi e romani, che sono riusciti a rendere reale questa visione nel migliore dei modi possibile, con un video che Daniele, e questo mi rende felice, ha voluto inserire nella serie di piccole magie di quest’album.
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